Donna Letizia, nobile siciliana, visse nel XIX secolo, nella sua dimora immersa tra rigogliosi giardini di ulivo. Elegante, raffinata, colta, nutriva un amore profondo per gli ulivi, ne conosceva sfumature, varietà e proprietà. Per lei gli uliveti rappresentavano un tesoro inestimabile. In estate, quando lo scirocco indeboliva i sensi, amava passeggiare da sola tra gli alberi secolari, illuminata dal chiarore della luna e accompagnata dall’incessante canto delle cicale.

Da quelle passeggiate Donna Letizia traeva sempre una forza inesauribile. Come le radici dei suoi ulivi anche le sue radici familiari affondavano profondamente in quella terra, una terra che era stata tramandata da suo nonno a suo padre e infine a lei. Doveva dimostrare di essere all’altezza di un compito che solitamente apparteneva agli uomini. Ci riuscì sempre in maniera eccellente.

All’imbrunire, quando il sole proiettava gli ultimi raggi trasversali, rimaneva in silenzio sul grande terrazzo della villa, contemplando per ore la bellezza delle chiome argentee degli ulivi all’orizzonte e, subito dietro, l’imponente mole del Vulcano, con il suo cimiero al vento, come un paladino pronto all’assalto, presenza immutabile e rispettata di quelle terre. In quei momenti, Donna Letizia, provava un profondo sentimento mistico, un amore e una pace interiore indescrivibili.